San benedetto, scritta Arciconfraternita, Santa Scolastica

In pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Divino Amore


Siamo partiti alle 24,00 del 4 giugno davanti alla FAO per andare in pellegrinaggio al Divino Amore. Per me era la prima volta e mille dubbi mi assillavano: e se non ce la faccio? E se è un pellegrinaggio di massa e diventa tempo perso? Mah! Forse era meglio se me ne andavo al mare a prendere il sole!

Comunque la colonna di fedeli, preceduta dalla municipale, seguita… dall’ambulanza e aiutata dai volontari, si mette in moto ed i dubbi scompaiono: preghiere, canti, preghiere…

A metà strada, mi rendo conto che anch’io avevo imparato i ritornelli di quei canti che non conoscevo.

Ad un certo punto comincio a sentire un rumore strano, tipo uno strascinamento: come quando in casa si cammina sulle pezze, per via della cera. Incuriosito mi volto e lo vedo. E’ un giovane uomo (straniero?), con vestiti dimessi ma puliti; in mano una canna di bambù che gli fa da bastone: alla sommità un altro pezzo di bambù di traverso, a formare una Croce! E ai piedi un paio di scarpe con il tacco rotto, da cui il ciabattare. Partecipa, volto sorridente e sguardo estasiato, alle preghiere ed ai canti. Nella sosta di Tor Carbone, si mette in fila pazientemente per un goccio di caffè caldo, offerto da suore caritatevoli.

Quando finalmente arriviamo al Santuario, comincia la S. Messa celebrata da un Sacerdote di mezza età, un pancione che i sacri paramenti non riescono a nascondere.

Il ragazzo con la Croce si siede tre, quattro banchi davanti ed è nella mia visuale. Egli ascolta rapito la Messa sempre in ginocchio. Alla Comunione il giovane è in fila prima di me, ma quando è il suo turno il Sacerdote non gli porge l’Ostia Consacrata. Il ragazzo si fa da parte per permettere alla fila di avanzare e giunti alla fine si rimette davanti al Sacerdote che lo guarda, guarda la Croce e se ne torna all’Altare.

Il giovane torna, senza proferire parola al suo posto, si inginocchia come prima ma ora piange silenziosamente. Finita la Messa ci dicono che presto passerà il primo autobus per Roma e che il bar locale è aperto per rifocillare i pellegrini. Lo guardo ancora una volta: sta piangendo. Mentre mi avvio alla fermata, passando davanti al bar, rivedo il prete che aveva celebrato intento a consumare una ricca colazione.

Sei mesi dopo, scendendo dall’autobus di via della Conciliazione, rivedo il giovane: stessa Croce di bambù ma questa volta, annodata sui lunghi capelli biondi, ha una corona di spine…

Ugo Ansuini

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